In Trentino ogni famiglia fai lo ZELTEN o il Kletzenbrot
ma ogni casalinga ha sue recetti del favorito nell'avvenimento
tu scendi dalle stelle
ZELTEN per 4 persone | |
Zelten rappresentato un simbolo dell'abbondanza natalizia in Trentino.
Che
fin dal '700, viene offerto dal giorno di Santa Lucia, per tutta la durata
delle Feste.
Infatti
lo zelten diventa più gustoso col passare del tempo (almeno una settimana dalla
cottura) e ogni famiglia lo prepara in abbondanza, arricchendo la ricetta base
secondo il proprio gusto personale... ogni famiglia infatti si tramanda una sua
specialissima ricetta!
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300
g di farina bianca |
Preparate
la frutta secca: tritate noci e nocciole, tagliate a cubetti l'arancia candita e
i fichi a fettine, pestate i grani di coriandolo, unite uvetta e pinoli.
Lasciate
a macerare nel liquore per 1 ora.
Sciogliete
il lievito in poca acqua tiepida e impastatelo con metà della farina, il sale e 1 cucchiaino di miele fino ad avere una palla morbida.
Ponetela
a lievitare per 30 minuti.
Unite
alla pasta il burro a pezzetti, 1 uovo, il resto del miele e della farina e
impastate con il latte. Unite la frutta macerata incorporando bene e lasciate
lievitare per 2 ore.
Dividete
la pasta in 4 parti, decorate la superficie con mandorle e noci e ponete sulla
piastra del forno imburrata.
Lasciate
riposare per 30 minuti. Spennellate col tuorlo d'uovo e cuocete al forno per 1 ora a 180 gradi.
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TORRONE per 4 persone | |
Non c'è
festa popolare in Sicilia dove mancano i turrunari. Ma tradizionale a
Paternò per la patrona S. Barbara tutti amano questi dolci. Il mandorio viene coltivato in Liguria, Puglia, Calabria e Sardegna. Una regione tra le maggiori produttrici è sicuramente la Sicilia. Questo frutto, oltro ad essere impiegato nell' industria dolciara per di torroni, confetti e farina, è molto apprezzato nell' industria farmaceutica per il sou olio dalle doti e profumate. |
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300g miele bianco 350g zucchero 2 bianchi d'uova 150g mandorle spellate 150g nocciole 50g pistacchi ostie |
In un paiolo a bagnomaria mettete il miele e farlo bollire; incorporate
albumi battuti a neve soda e nonappena il composto si rompe facilmente
ritiratelo dal fuoco. In un casseruolino cuocete lo zucchero con
poca acqua fino a portarlo a caramella (prima che colorisca), vuotatelo
nel composto sul fuoco senza smettere di girare, aggiungete mandorle,
nocciole, pistacchi, mantenuti al caldo in forno, girate rapidamente
una ultima volta. Versate il composto in placca o altra forma che
avrete foderato con ostie. Pressate bene e lasciate raffreddare
per alcune ore, infine tagliare a stecche.
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CANTUCCI | |
250 gr di farina 250 gr di zucchero 2 uova intere 100 gr di mandorle intere 50 gr di burro 1 cucchiaino lievito buccia di limone grattuggiata un poco di latte
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Mescolare il tutto ma non manipolare troppo. L'impasto dovrebbe
essere morbido ma non liquido come per i dolci normali. Il latte
va aggiunto a occhio per raggiungere una consistenza un po' piu'
morbida della pasta frolla. Imburrare della carta argentata e piegarla
facendo delle specie di canaletti di circa 7-8 cm di larghezza.
Disporla su una teglia da forno. Fare dei filoncini con la pasta
e sistemarli nei canaletti. Se la pasta viene troppo morbida versarla
nei canaletti e con una spatola formare delle specie di filoni.
Mettere nel forno gia' caldo a 180° per 30 minuti o fino a quando
i filoni sono dorati. Toglieteli dal forno e con un coltello tagliateli
di traverso in modo da ottenere i tipici biscottini. Importante tagliare i filoncini quando sono ancora morbidi e poi rimettere in forno piu' basso 100° per altri 15-20 minuti. Come per le meringhe, si puo' lasciare il forno al minimo fiche' i 'antuccini sono un po' secchi. In ogni modo, quando verranno tirati fuori dal forno si asciugheranno completamente.
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LA CASSATA
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La cassata venne in origine di araba, il nome che deriva da "Quas'at", cioè "ciotola rotonda". Intorno all'anno mille, al culmine della dominazione musulmana, nel palazzo dell'Emiro, alla Kalsa di Palermo, i cuochi di corte si sbizzarrivano ad unire sapori e colori. E' infatti il miscuglio d'ingredienti e l'accostamento di gusti opposti richiamano le caratteristiche della cucina saracena. In un documento approvato durante il Sinodo di Mazara del 1575, la cassata si mangia ormai tutto l'anno. Suore dei monasteri e cuochi dei nobili casati erano i depositari dei suoi segreti. | |
500 gr ricotta freschissima 300 gr zucchero a velo, un pocco di vaniglia liquore dolce o rhum frammenti di cioccolato frutta candita scorzette di arancia, 150 gr pan di spagna
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Passare al setaccio la ricotta, aggiungervi lo zucchero a velo, la vaniglia e il liquore; mescolare fino ad ottenere una crema soffice e arricchirla con pezzetti di cioccolato e dadolini di frutta candita. Foderare con carta da pasticciere uno stampo rotondo di circa 15 cm di diametro e posare sul fondo dello stampo e sulle pareti delle fettine sottili di pan di spagna, usando un po' della crema per farlo aderire alla carta di rivestimento. Versare uno strato di crema di ricotta e poi disporre un altro strato di pan di spagna; mettere lo stampo in frigorifero per far rapprendere il tutto. Preparare intanto la glassa, sbattendo l'albume a neve, e unendovi tutti gli altri ingredienti. Levare lo stampo dal frigo e capovolgerlo su un piatto per iniziare la decorazione della cassata. Stendere la glassa (che può essere anche verde, con l'aggiunta del pistacchio) in uno strato uniforme di 2 o 3 millimetri; quindi disporre con armonia sulla cassata la frutta candita, le scorzette d'arancia e qualche pezzetto di cioccolato. |